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Vladimir Šereševskij (1863-1943)

Vladimir Šereševskij
  • nome:
    Vladimir
    Šereševskij
  • alias:
    Wladimir Schereschewsky, Vladimiro Schereschewsky
  • status:
    Pittore
  • nascita:
    25 settembre 1863
    Brest-Litovsk (Bielorussia)
  • morte:
    marzo 1943
    Volterra?
  • motivo di morte::
    Malattia
  • sepoltura:

    ignota

  • genitori:
    Lev Šereševskij
    Anna Abramovič
tag:

Vladimir Šereševskij: Il Pittore dei Dolori e delle Contraddizioni

Nascita e formazione

Vladimir L’vovič Šereševskij, , noto anche come Wladimir o Vladimiro Schereschewsky, è stato un pittore nato il 25 settembre 1863 a Brest-Litovsk, una città ricca di storia e cultura nell’Impero Russo. I suoi genitori, Lev Šereševskij e Anna Abramovič, gli hanno trasmesso la sua eredità culturale.

Dopo aver completato gli studi in matematica a Varsavia e a Mosca, Šereševskij decise di seguire la sua vera passione: l’arte. Nel 1892, si trasferì a Monaco di Baviera, dove iniziò a studiare pittura e partecipò attivamente a esposizioni internazionali.

Una nuova vita a Venezia

La vita di Šereševskij prese una svolta significativa quando si innamorò e sposò Elisabeth von Herff, nata a Worms il 23 giugno 1859. La loro unione diede vita a due figlie, Elfride e Aglaia. Nel 1895, Šereševskij visitò Venezia per la prima volta in occasione di un’invito da parte di Antonio Fradeletto, allora segretario generale dell’Esposizione internazionale d’arte di Venezia. L’artista rimase incantato dalla città lagunare e decise di stabilirsi lì con la sua famiglia.

La registrazione ufficiale della sua residenza a Venezia risale al 1° maggio 1895. A Venezia, Šereševskij visse prima a Dorsoduro 2765, vicino alla parrocchia di San Barnaba, e successivamente a Palazzo Brusa, che oggi ospita una delle sedi dell’Università Ca’ Foscari (Dorsoduro 3825).

Contributi artistici

La sua influenza sulla scena artistica veneziana fu notevole, specialmente attraverso le sue lezioni private che ebbero un impatto significativo su uno dei futuri grandi artisti della stagione moderna veneziana, Gino Rossi.

Šereševskij partecipò a quattro edizioni dell’Esposizione internazionale d’arte di Venezia tra Otto e Novecento. Alla II Esposizione, nel 1897, presentò due opere monumentali: “Una tappa di deportati in Siberia” e “Una canzone patriottica”. Queste opere catturarono l’attenzione del pubblico e della critica, suscitando ammirazione per la loro profonda emozionalità e realismo.

L’opera e la follia

Tuttavia, la sua carriera artistica subì un drastico cambiamento a causa di una tragica esperienza. Dopo un arresto e una detenzione ingiusta di dieci giorni in un carcere austriaco sulla costa dalmata, Šereševskij sviluppò problemi mentali che lo portarono a una mania ossessiva per un quadro inesistente chiamato “La Cena di Cristo”. Questa ossessione lo tormentò per molti anni e contribuì al suo deterioramento mentale.

Nel 1907, Šereševskij fu catturato e ricoverato in un manicomio sull’isola di San Servolo. Successivamente, fu trasferito in diverse cliniche psichiatriche in Italia, tra cui Stra, Como e, infine, Volterra. Qui, all’età di settantanove anni, il pittore dei dolori e delle contraddizioni si spense, probabilmente proprio nel celebre manicomio di Volterra.

Eredità artistica

Nonostante le difficoltà mentali che afflissero Šereševskij, il suo talento artistico rimase indiscusso. Le testimonianze della sua produzione pittorica originale sono conservate in collezioni private italiane e al Quirinale, dove il suo quadro “Il pessimista” fu acquistato dalla famiglia reale italiana nel 1926 grazie alla mediazione di Antonio Fradeletto.

Vladimir L’vovič Šereševskij, lasciò un’impronta indelebile sulla scena artistica di Venezia e rimane un esempio di come la genialità artistica possa essere sfidata da tragedie personali e psicologiche. La sua storia è una testimonianza dell’eterna lotta tra la mente creativa e le forze oscure che possono minacciarla.

Vladimir Šereševskij: Una tappa di deportati in Siberia
Vladimir Šereševskij: “Una tappa di deportati in Siberia”

Frontespizio della cartella clinica di Vladimir Šereševskij (Manicomio Maschile di San Servolo)

Vladimir Šereševskij

Ringraziamenti

Un sentito ringraziamento va a Matteo Bertelé, ricercatore in Storia dell’arte contemporanea presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia. Il dottor Bertelé è anche un membro autorevole del comitato scientifico del Centro Studi sulle Arti della Russia (CSAR) presso la stessa università.

Inoltre, desideriamo esprimere la nostra gratitudine all’Archivio dell’Ospedale Psichiatrico Provinciale di San Servolo a Venezia (in particolare il signor Luigi Armiato), per averci fornito il frontespizio della cartella clinica e preziose informazioni inerenti alla vita di Vladimir L’vovič Šereševskij.

Vladimir Šereševskij (1863-1943)
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