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Malarioterapia (1939)

La malarioterapia, un trattamento che coinvolgeva la provocazione di un’infezione malarica nei pazienti, fu introdotta nel trattamento dei disturbi mentali nel 1917 da Julius Wagner-Jauregg. Questo approccio terapeutico si basava sull’osservazione che le manifestazioni terminali della paralisi progressiva dovuta alla sifilide erano rare nei paesi in cui la malaria era endemica. Wagner-Jauregg ricevette il Premio Nobel per la medicina nel 1927 per questa innovativa proposta, ma la malarioterapia cadde in disuso negli anni successivi con la scoperta degli antibiotici, in particolare della penicillina, per il trattamento delle malattie infettive batteriche.

Storia della Malarioterapia

Julius Wagner-Jauregg propose forme di piretoterapia, basate sull’induzione controllata di febbre, per il trattamento di varie malattie. I suoi primi studi risalgono al 1887, quando tentò di curare pazienti psicotici con l’erisipela, senza successo. Successivamente, utilizzò la tubercolina nel trattamento della paralisi progressiva secondaria a sifilide, ottenendo in molti casi remissione dei sintomi.

Nel 1917, effettuò il primo tentativo di curare la sifilide mediante l’inoculo di sangue infettato con Plasmodium vivax. Sei dei nove pazienti trattati mostrarono segni di remissione. Tuttavia, questa pratica non fu priva di rischi, e tentativi successivi con Plasmodium falciparum ebbero esiti disastrosi.

Malarioterapia a Volterra

A Volterra, il Dott. Mariani contribuì all’efficacia della malarioterapia istituendo un centro di allevamento di zanzare anopheles nel 1939. Questo centro forniva zanzare infette in tutta Italia per provocare la “malaria” terzana benigna a fini terapeutici, soprattutto per i pazienti luetici con paralisi progressiva.

La pratica divenne consuetudinaria, e il San Girolamo a Volterra divenne uno dei principali centri di allevamento e smistamento delle zanzare. L’uso delle zanzare malariche provocava la febbre nei pazienti, mirando a eliminare il batterio responsabile della sifilide.

Cura della Sifilide

La malarioterapia a Volterra era principalmente indirizzata alla cura della sifilide, una malattia mortale frequente nei manicomi del tempo. L’idea era che l’innalzamento della temperatura corporea durante la febbre potesse uccidere il batterio Treponema pallidum, responsabile della sifilide. Dopo l’accesso febbrile, si somministrava chinino (Volterra era uno dei principali produttori dello stato) per trattare la malaria.

Volterra: Centro Chiave nella Produzione di Chinino e Zanzare Malariche

La produzione del chinino a Volterra si rivelò fondamentale durante l’era della malarioterapia. A partire dal 1943, la cittĂ  divenne un hub cruciale per la produzione di chinino, essenziale nel trattamento della malaria. Diventò persino l’unico produttore di chinino in Italia nel 1956, dato il suo ruolo nel monopolio di stato per la produzione di sale. Questo sottolinea l’importanza strategica di Volterra nel contesto della malarioterapia, dove la produzione del chinino era essenziale per mitigare gli effetti della febbre indotta dalla malattia.

Parallelamente, Volterra giocò un ruolo chiave anche nella produzione e distribuzione di zanzare anopheles malariche. Grazie all’opera del Dott. Mariani, direttore dei laboratori, fu inaugurato nel 1939 un centro di allevamento di zanzare anopheles sotto il controllo del prof. Missiroli dell’Istituto di SanitĂ  Pubblica. Questo centro non solo forniva localmente zanzare infette per la malarioterapia ma si trasformò in uno dei principali centri di produzione e smistamento di zanzare malariche in tutta Italia. L’esportazione di queste zanzare in altri luoghi del Paese conferma l’importanza strategica di Volterra nel contesto della malarioterapia, contribuendo a diffondere la pratica terapeutica utilizzata nel manicomio di Volterra su scala nazionale.

Controversie della Cura

Nonostante i presunti successi iniziali, la malarioterapia generò controversie. Gli studi clinici dell’epoca non erano controllati nĂ© randomizzati, mancava una definizione chiara di remissione, e gli effetti collaterali, come la rottura della milza e danni epatici, erano presenti. Inoltre, la malarioterapia fu successivamente sostituita da nuove procedure basate sugli shock, come lo shock insulinico e la terapia elettroconvulsivante, per il trattamento dei disturbi psichiatrici.

Un Triste Episodio Legato alla Malarioterapia a Volterra

Il Dottor Claus Schilling, specializzato in medicina tropicale, compì esperimenti a Volterra durante il 1941 per la prevenzione della malaria, utilizzando pazienti. Questo lo portò a diventare responsabile medico del campo di concentramento di Dachau durante il regime nazista, dove continuò i suoi esperimenti in larga scala. Dopo la guerra, fu condannato a morte per crimini contro l’umanitĂ  e giustiziato nel 1946.

In conclusione, la malarioterapia a Volterra rappresenta un capitolo controverso nella storia delle cure psichiatriche. Questo approccio, sebbene basato su teorie scientifiche dell’epoca, evidenzia gli errori e gli orrori legati a certi trattamenti medici nel corso della storia. La medicina moderna ha abbandonato la malarioterapia, preferendo approcci piĂą sicuri ed efficaci per il trattamento delle malattie.

Dottor Klaus Schilling o Claus Schilling
Dottor Klaus Schilling
Malarioterapia (1939)