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Vincenzo Guastavino

Vincenzo Guastavino
  • nome:
    Vincenzo
    Guastavino
  • status:
    Paziente
  • nascita:
    11 novembre 1906
    Varazze (SV)
  • morte:
    9 giugno 1946
    Volterra
  • motivo di morte::
    Artrite
  • sepoltura:

    Sanfinocchi, traferito Cimitero di Varazze (2021)

  • reparto:
  • genitori:
    Vincenzo Guastavino
    Caterina Travi
  • Autore dell’articolo:
    A.B.
tag:

Fin da piccolo mi ha incuriosito la vicenda di questo mio prozio(Vincenzo Guastavino), la sua figura era velata da una chiusura, una patina, un “non parlarne” protettivo.

Una sorta di tabù famigliare su questo componente particolare, sicuramente sfortunato.

Con il tempo ti abitui e ti fossilizzi, sulla scorza di questa reticenza, a non divulgare la storia di Vincenzo Guastavino, quella storia che poi è in parte distorta, condita di parole e conclusioni talvolta errate o stravolte dal tramandato verbale che spesso enfatizza od affossa non rispettando quello che veramente è accaduto.

Parole come “oppiacei, sifilide, manicomio” risuonavano nella mente con tanta più drammaticità di quello che fossero in realtà. 

Ho prestato servizio militare in Marina, come Vincenzo, e questo fatto ha, nel caso ce ne fosse stato bisogno, attizzato la mia curiosità su questo parente, ma di lui poco si sapeva anche della vita militare: solo che era stato in servizio in Cina, in quella terra lontana dove, si diceva, avesse contratto queste sindromi o malattie che lo hanno segnato in modo indelebile, stravolgendo la sua breve esistenza.

Gli anni passano e la curiosità su questo prozio, messa un pò da parte per le vicende della vita, non viene del tutto esclusa o dimenticata, anzi, ecco che ad un certo momento il periodo lavorativo si lascia alle spalle e ti trovi con tempo a disposizione, così ciò che per anni hai tenuto in un angolo in attesa di scoprirne di più, si ripresenta con la voglia e curiosità che si riaccendono in un attimo.

Sapevamo che Vincenzo, dopo il servizio militare, con le dovute lacune della sua storia, era finito al Manicomio di Volterra, dove è morto per demenza senile.

Questo era quanto saputo e confermato da tutti nell’ambito dei parenti.

Qualche anno fa, effettuando ricerche in internet, m’imbatto in un’associazione di nome Esplorazioni Urbane che pubblica un servizio sull’ex manicomio di Volterra, la struttura che ha ospitato per anni il personaggio in argomento.

Tento un contatto con chi ha pubblicato il video, senza neanche troppe speranze, chiedo loro se mi sanno indicare il modo per avere notizie sul mio avo.

Mi sorprendono!

Grazie alla disponibilità e competenza dei membri di questa associazione sono riuscito a venire in possesso della copia della cartella clinica di Vincenzo ed di altri pochi suoi documenti conservati nell’archivio di quella struttura sanitaria.

Per continuare questo mio breve racconto è doveroso ricalcare in parte la vita di Vincenzo, o quanto meno il poco che sono riuscito a ricostruire, grazie anche a ricerche effettuate nell’Archivio di Stato di Savona.

Vincenzo Guastavino

Vincenzo Guastavino, nasce a Varazze, in provincia di Savona, l’11 novembre 1906, da Vincenzo (1874-1958)  e Travi Caterina (1883-1948).

Della sua vita di infanzia ed adolescenza è venuto fuori poco o nulla.

Il nostro è arruolato presso la Capitaneria di Porto di Savona, dove viene compilato il suo foglio matricolare con le caratteristiche somatiche principali: statura 158 cm, occhi castani, colorito roseo, capelli bruni e lisci, di professione carpentiere in legno, sa leggere e scrivere, matricola militare 3733.

La data di arruolamento è il 20 gennaio 1926 ed il 2 febbraio dello stesso anno giunge al Deposito della Regia Marina di Spezia, dove viene assegnato alla categoria di Allievo Cannoniere.

Il 23 marzo 1926 viene imbarcato sul piroscafo noleggiato Alpica, che lo trasferisce in Cina, nella concessione che l’Italia ha in quei territori, dove giunge l’11 maggio 1926.

Lo stesso giorno di arrivo prende imbarco sul regio esploratore Libia e vi rimane sino al 15 luglio 1927.

Il 1 gennaio 1927 viene trasferito nei “marò” come riporta il suo foglio matricolare (si presume faccia riferimento alla compagnia da sbarco che ogni unità navale di una certa importanza e, sopratutto in quelle missioni lontane, aveva a bordo).

Dal 16 luglio 1927 sale a bordo della regia cannoniera Sebastiano Caboto fino all’11 maggio 1928.

Il movimento successivo lo vede nuovamente su di un piroscafo noleggiato, il Sofia, che lo riporta in Italia, con una navigazione dal 19 maggio al 6 luglio 1928.

Il 9 dello stesso mese, presso il Deposito del Corpo Regi Equipaggi Militari, viene congedato per fine ferma.

Non ci sono documenti accertanti, ma si racconta che nella permanenza in estremo oriente, Vincenzo abbia iniziato a far uso di oppiacei, probabile causa o concausa del suo deterioramento mentale.

Vincenzo, ritornato a casa da quella sua lunga avventura in terre lontane, forse si sente stretto nella sua Varazze e così sulla spinta di tanti altri connazionali il 1 novembre del 1929 decide di iniziare la sua avventura in sud-america, precisamente in Argentina, a Buenos Aires, a mezzo della nave Valdavia.

Non abbiamo certezza confortata da documenti, ma pare che in quella nazione sia emigrato anni prima il nonno materno Simone Travi, che sempre dal tramandato verbale si sia lì rifugiato, senza farne mai più ritorno, per un problema con la giustizia italiana.

Probabilmente anche questa vicenda potrebbe aver stimolato Vincenzo nello scegliere la destinazione, auspicando di ritrovare quell’avo mai conosciuto.

Della sua permanenza in Argentina non è rimasto molto o quanto meno non ci sono più le persone che forse potevano ricordare.

Il ricovero di Vincenzo Guastavino

Al ritorno in Italia, già minato nella psiche, viene tradotto direttamente al manicomio di Volterra, dove giunge e viene ricoverato il 5 dicembre 1932.

La diagnosi è “demenza precoce” e “Ebefrenia”.

Internato al reparto Kraepelin, vi rimane fino al 3 gennaio 1933 poi viene trasferito al reparto Poggio Nuovo.

Il 12 gennaio 1933 passa poi al reparto Biffi e da qui allo Charcot il 10 luglio 1934 dove vi rimarrà sin quasi alla fine della sua breve vita.

Infatti il 17 luglio 1945 è trasferito all’infermeria, dove spirerà il mattino del 9 giugno 1946 alle ore 8 e 30 a causa dell’artrite, come riportato dalla cartella clinica.

La notizia della dipartita è comunicata alla famiglia, a mezzo telegramma, alla persona di Bartolomeo Guastavino, nonno paterno del degente, con firma del direttore dell’ospedale psichiatrico dell’epoca Umberto Sarteschi.

La lettera della mamma di Vincenzo Guastavino

La signora Caterina Travi, madre di Vincenzo, mai abbandonerà il figlio e sicuramente con grosso sacrificio raggiunge Volterra diverse volte.

Inoltre nella cartella sanitaria, ritrovata in archivio, vi è una lettera inviata dalla madre al direttore (Umberto Sarteschi), probabilmente dattiloscritta da una persona di fiducia.

Argomento della missiva, riportata qua sotto, è la richiesta di informazione sulla salute e cura di Vincenzo:

Varazze, 15 luglio 1933

Egr. Signor Direttore,

sono sempre a disturbarla, ma che vuole si tratta di una povera madre che chiede notizie del suo figliolo purtroppo disgraziato.

È per questo che desidero avere da Lei precise dettagliate informazioni in special modo sullo stato mentale del suddetto.

Gradirei conoscere anche le cure praticategli da codesta Onorevole Direzione siano giovevoli e se il suo stato vada migliorando, o rimanga stazionario.

Scusi del disturbo che continuamente Le arreco, pregherò il Signore che lo conservi sempre in salute.

La ringrazio anticipatamente, e mi creda sua obb.ma.

Travi Caterina in Guastavino
Lettera madre Vincenzo Guastavino
Lettera madre Vincenzo Guastavino

Pare che la mamma avesse scritto anche a Mussolini, rimostrando che: “aveva mandato un figlio sano a servire la Patria ed era tornato malato nella mente”.

La ricerca conclusiva a Volterra

Con in mano questi documenti, nell’estate 2021, ho fatto visita a Volterra, concentrandomi sui luoghi di degenza di Vincenzo, ormai abbandonati da anni e fatiscenti, ma ricchissimi di fascino e tragedia.

Mi sono fatto indicare anche il cimitero di Sanfinocchi dove sapevo tumulati i malati di quella struttura psichiatrica, tra cui il mio parente, pur non conoscendo la giusta ubicazione.

Telegramma morte Vincenzo Guastavino
Telegramma della morte Vincenzo Guastavino

È stato nei giorni successivi a questa visita, che ho contattato il gentile e disponibile responsabile cimiteriale del Comune di Volterra, che ha appurato il numero della tomba ed avviate le procedure previste per l’esumazione della salma come da mia richiesta, per inviarla nel luogo di nascita e residenza.

Pochi giorni dopo quella commovente visita, Vincenzo Guastavino è ritornato quindi nella sua Liguria ed inserito nella tomba assieme ai suoi genitori, con l’auspicio che in questo modo trovi ancor maggiore serenità e riposi almeno qui in pace.

Il nipote A. B.

Vincenzo Guastavino
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