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Marina Abramović – Mambo a Marienbad (2001) – Performance nel Manicomio di Volterra: un Viaggio nell’arte e nella follia

la performance di Marina Abramović nel manicomio di Volterra

Marina Abramovic al manicomio di Volterra durante la performance “Mambo a Marienbad” ©Attilio Maranzano

  • Autore:
  • Titolo:
    Mambo a Marienbad
  • Attori:
    Marina Abramovic
  • Anno:
    2001
  • Tipologia:
    Performance

TAG:

Introduzione:

Marina Abramović, nata il 30 novembre 1946 a Belgrado, Serbia, è una figura iconica nell’ambito dell’arte contemporanea. La sua carriera eccezionalmente influente è stata plasmata da una profonda dedizione all’espressione artistica attraverso le performance. Abramović ha dedicato la sua vita all’esplorazione dei confini del corpo umano e della mente, spingendo gli spettatori a riflettere sulla loro percezione della realtà e sulla loro connessione con l’arte.

Le sue performance sono spesso caratterizzate da un’incrollabile determinazione e una straordinaria resistenza fisica, elementi che hanno contribuito a plasmare la sua reputazione come una delle artiste più audaci e provocatorie del nostro tempo. Oltre alla sua celebre collaborazione con Ulay, un altro artista performance, Abramović ha realizzato opere solitarie che hanno sfidato il pubblico a un livello profondo ed emotivo.

La sua esibizione “Mambo a Marienbad” nel Manicomio di Volterra è uno dei tanti esempi del suo coraggio nel trattare temi complessi come la follia, la normalità e l’esperienza umana attraverso l’arte. La sua capacità di comunicare attraverso il linguaggio universale del corpo e la sua attitudine a sfidare i limiti dell’arte la rendono un’artista straordinaria, le cui opere continuano a ispirare e a provocare riflessioni in tutto il mondo.

Marina Abramović è una figura di spicco non solo nell’arte contemporanea ma anche nella storia dell’arte in generale. Le sue performance rimangono un punto di riferimento per l’arte concettuale e la performance art, dimostrando il potere dell’arte nel farci esplorare i recessi più profondi della nostra stessa esistenza.

Il contesto

Il Manicomio di Volterra, sede di questa memorabile performance, ha una lunga storia intrisa di follia creativa e disagio, e l’artista sembra aver voluto immergersi in questa atmosfera per analizzarne le sfumature più profonde.

La performance “Mambo a Marienbad” di Marina Abramović

La performance “Mambo a Marienbad” è un’opera straordinaria che prende il nome dal celebre film di Alain Resnais. Questa performance unica si è svolta nel padiglione Charcot, una parte integrante dell’antico manicomio di Volterra, creando un’esperienza coinvolgente e provocatoria per il pubblico.

Le scarpe magnetiche

L’esperienza inizia quando gli spettatori indossano scarpe nere apparentemente normali. Tuttavia, queste scarpe nascondono un segreto intrigante: sono dotate di magneti che limitano il movimento, rendendo il passo pesante e scoordinato. Mentre il pubblico cammina lungo il corridoio, rivive la sensazione di goffaggine e mancanza di coordinazione che può essere associata alla follia, creando un’esperienza visceralmente coinvolgente.

Il corridoio labirintico e le stanze laterali

Il lungo corridoio funge da percorso labirintico, e mentre gli spettatori cercano di avanzare verso lo spazio aperto e luminoso alla fine del corridoio, devono lasciare alle spalle le fatiscenti stanzette laterali. In queste stanze laterali, attori performer con strani copricapi sussurrano frasi tratte dalle lettere di corrispondenza negata, lettere mai recapitate. Questa aggiunta crea un’atmosfera surreale, rievocando i ricordi di un passato turbolento e contribuendo a rendere l’esperienza ancora più coinvolgente per il pubblico.

Il contrasto e Mambo Italiano

Quando gli spettatori raggiungono faticosamente la grande sala luminosa alla fine del corridoio, si imbattono in un vivace “Mambo italiano” che si diffonde nell’aria. Qui, Marina Abramovic, in un abito rosso accattivante, balla con una straordinaria goffaggine, mancanza di coordinazione e squilibrio. Questo crea un notevole contrasto tra la leggerezza della musica e la pesantezza del suo corpo, offrendo una visione distorta della normalità, richiamando le gesta dei pazienti “matti” del passato.

Conclusione

Marina Abramovic ha trasformato il Manicomio di Volterra in un palcoscenico per esplorare il confine tra normalità e follia, utilizzando il magnetismo e il movimento limitato delle scarpe come metafora della costrizione mentale. Questa performance unica e provocatoria ha portato gli spettatori in un viaggio attraverso le profondità dell’esperienza umana, richiamando un passato di follia creativa e disagio. La foto di Attilio Maranzano cattura in modo magistrale questa straordinaria performance nel contesto unico del Manicomio di Volterra, aggiungendo un elemento visuale potente all’opera d’arte di Marina Abramović.

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