Omaggio notturno al Sig. NANOF (NOF4)
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Autore:Marina Giannobi
Avevo 20 anni ed ero una cinefila incallita, a Milano la rassegna FILM MAKER proponeva cortometraggi… così assisto alla proiezione de L’osservatorio nucleare del signor Nanof.
Ne rimango totalmente rapita e sogno, un giorno, di far visita al manicomio di Volterra per poter ammirare quella magnifica opera monumentale creata da Nanof.
Passano gli anni e quel documentario è sempre nel fondo dei miei pensieri, periodicamente riaffiora, e un giorno a quel manicomio ci vado davvero, come fosse un pellegrinaggio.
Arrivo con l’attitudine che avrei andando a visitare il MOMA o la Cappella Sistina, con lo stesso rispetto per il lavoro creativo di un artista o di un genio o di un folle (e utilizzo questo termine con profondo rispetto perché in fondo, forse, questi tre termini si equivalgono).
L’immagine delle incisioni, di quel muro, e di quella mente, così articolata e indecifrabile nei suoi meandri, al punto da creare questo messaggio eterno e misterioso, mi hanno accompagnato nel mio percorso di crescita.
In qualche modo il suo lavoro è sempre stato dentro di me e mi ha accompagnato, come fosse un tatuaggio interno.
E così arriviamo al 2022, Publikart Seregno, una manifestazione di arte pubblica, per la strada, 6 fotografie esposte su 6 cartelloni pubblicitari affiancati.
Il lavoro di ogni artista rimane visibile per 2 settimane, per poi essere coperto dal successivo.
Il mio polittico è il primo della rassegna.
Il lavoro che presento è “The limits of control” una serie di fotografie che parlano di compulsione, di ossessione, il limite sul controllo di noi stessi. Sono vecchi quaderni scritti a mano, infinite fitte righe di parole.
Due giorni prima della rimozione dell’opera decido di fare un intervento, un’incursione notturna.
Un omaggio a Nanof, mi è sembrata l’occasione di far conoscere la sua storia, che molti ignorano, e mi è sembrato bello cogliere l’occasione al volo, nel mio piccolo, di gettare un seme.
I suoi pensieri incisi sul muro di Volterra vengono riproposti su un muro a Seregno, scritti su fotografie di testi scritti, quasi illeggibili.
Marina Giannobi
La ricerca fotografica di Marina Giannobi parte da un preciso obiettivo, quello di catturare la vita, nella sua ordinaria quotidianità, cercando di coglierne i dettagli che una visione superficiale non potrebbe cogliere.
L’artista lavora quindi sul limite percettivo, arricchendolo di nuove esperienze cognitive che concorrono ad una sorta di ricostruzione della realtà, trasfigurata da quelle energie vitali che esistono e che la compongono effettivamente, ma che solo la percezione è in grado di svelare e ricondurre allo sguardo.
Dal 2000 espone in gallerie d’arte contemporanea e musei.
Partecipa al Premio Cairo, alla 54° BIENNALE DI VENEZIA, realizza una camera d’artista al Malaca Instituto di Malaga.