Skip to main content

Una gita di cultura al Manicomio (1916)

  • Data di pubblicazione:
    25 Settembre 1914
  • Testata giornalistica:
    LA FIAMMA

Una gita di cultura al Manicomio (1916)

La nostra Sez. giovanile ossequiente ai postulati di elevazione morale ed intellettuale tra i suoi aderenti, si è recata, il giorno 14 settembre u. s. a visitare il Frenocomio di questa città in numero di oltre 100 compagni.

Fummo ricevuti cortesemente dal dott. G. Benini il quale, dietro nostro invito, consenti a spiegarci a titolo di lezione, le cause e gli effetti delle malattie mentali; ci dimostrò in una meravigliosa delucidazione dei mali che maggiormente colpiscono l’umanità, l’opera che noi dovremo svolgere per lo sviluppo della cultura fra gli operai, insistendo nella necessità di allontanare questi dall’abuso dell’alcool.

Dopo questa dimostrazione il dott. Benini, presentò vari tipi di ammalati di carattere sociale come gli affetti da malattie veneree, dell’alcoolismo ecc.

Passammo quindi ad una minuta visita dei diversi padiglioni.

Sotto la guida dello stesso dott. Benini coadiuvato dai dottori Bini e Pochini visitammo un angolo di un vecchio edificio che, come ebbe a spiegarci il mostro cortese conduttore, è molto diverso per la sua costruzione dagli altri.

Infatti potemmo constatare questa differenza appena passammo nel Padiglione Verga.

Esso è l’ultima creazione che la edilizia manicomiale moderna abbia potuto costruire.

Qui sono internati gli ammalati cronici.

Parânoici e alcoolizzati.

Le sale del centro comprendono tutti quanti gli ordigni e macchinari che la scienza medica abbia potuto scoprire sino ad oggi.

Dal bagno di luce, ai raggi X, ai massaggi elettrici e così via.

E questo lo notiamo con piacere appunto perché è vanto che nella nostra Volterra ci siano opere di sì grande valore scientifico.

Particolarmente notata — oltre la lavanderia, anch’essa inspirata ai moderni concetti dell’igiene, quindi importante e meravigliosa per i suoi annessi macchinari che servono alla sterilizzazione dei panni infetti — è la colonia agricola.

Qui i malati agricoltori trovano la loro antica occupazione: allevano il bestiame, coltivano il terreno ecc.

Detto degli agricoltori, diciamo pure di ammalati che appartenevano ad altri mestieri come il sarto, il calzolaio, il muratore, il meccanico ecc., anch’essi tutti trovan la loro speciale occupazione nello stabilimento.

Insomma da questa nostra visita noi possiamo dedurre con orgoglio e con piacere che il nostro manicomio è stabilimento di una incontrastabile importanza e noi operai siamo lieti di aver potuto ammirare in tutta la sua grandezza questo magnifico edificio che la scienza moderna volle creato.

E siamo lieti di mandare, anche da queste colonne, il nostro modesto ringraziamento a tutti coloro che in quel giorno prestarono la loro opera sapiente per farci conoscere la importanza di questo istituto.

Inviamo poi uno speciale ringraziamento al Direttore prof. L. Scabia che molto si interessò per la riuscita della nostra visita.

Non dimentichiamo, o giovani compagni, lo scopo che ci ispirò a compiere questa gita di cultura la quale fu suggerita dal desiderio di conoscere più direttamente quali siano le cause della pazzia; e noi abbiamo trovato, attraverso la lucida descrizione del dott. Benini, che la maggior causa è l’alcoolismo.

Guerra, dunque all’alcool; la gioventù si tenga lontana da esso e lo combatta con tutti i mezzi.

Una gita di cultura al Manicomio (1916) – L’articolo originale

Una gita di cultura al Manicomio (1916)