Presunta morta che ricompare dopo sei anni
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Anno:
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Data di pubblicazione:28 Agosto 1931
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Testata giornalistica:Corriere della Sera
Genova, 27 agosto, notte.
Il 12 maggio 1925, certa Angela Moresco, di anni 54, moglie del portalettere Nicola Gotelli, di Varese Ligure, dava segni di alienazione mentale, per cui i medici ne ordinavano il ricovero nel manicomio di Volterra.
Tre mesi dopo giungeva al Gotelli la dolorosa notizia che la moglie, in seguito a improvvisa malattia, era deceduta.
Se egli e il figlio volevano vederne la salma dovevano partire subito, perchè il giorno dopo sarebbe stata interrata.
Il Gotelli già si preparavano a partire, quando, esaminando il telegramma, constatavano con sorpresa che questo era giunto con due giorni di ritardo, per cui il lungo viaggio sarebbe stato inutile.
Dopo qualche tempo fu celebrata, nella chiesa parrocchiale di Varese, una funzione in suffragio dell’estinta, alla quale partecipò gran folla, perché la Moresco era da tutti conosciuta e stimata.
Ricorrendo in questi giorni l’anniversario della morte, il Gotelli aveva pregato l’arciprete del paese di celebrare una messa per l’anima dell’estinta.
Ma una lieta sorpresa attendeva il portalettere.
Il direttore del manicomio di Volterra, infatti, lo informava che una ricoverata dichiarava di essere Angela Moresco, e perciò egli era invitato a recarsi colà, insieme al figlio, per un confronto.
I due uomini il giorno dopo erano a Volterra dove potevano riabbracciare la rispettiva moglie e madre in ottima salute e constatare che le sue facoltà mentali erano assai migliorate.
Chi era allora la morta del 1925?
Certamente doveva essere tale Maria Pipitone, perchè con questo nome fino allora era stata indicata la donna di Varese Ligure.
Così Angela Moresco, dopo il riconoscimento dei familiari, riacquistava il nome.
Come era accaduto lo scambio di nomi?
Quando la Moresco venne ricoverata nel manicomio di Volterra, ebbe, come tutte le altre ricoverate, la sua casacca, sulla quale era stato scritto anche il suo nome.
Evidentemente di li a pochi giorni, forse anche a causa del cambiamento di personale che non conosceva perfettamente le ricoverate o per uno scambio involontario delle casacche, venne a confondere la personalità delle due donne, la Pipitone e la Moresco.
Quando la Pipitone, nell’agosto 1925, cessò di vivere, si fu convinti si trattasse della Moresco.
Il fatto, veramente singolare, ha ora il suo strascico negli uffici di Stato civile, perché è necessario fare risorgere anche la già trapassata Moresco e stendere l’atto di morte della Pipitone