Gino Amleto Meneghetti è stato un ladro gentiluomo, divenuto famosissimo in tutto il Sudamerica.
In realtà, dai registri di nascita, il vero nome risulta essere Amleto Giotto Foresto Labindo Menichetti, modificato in Gino Amleto Meneghetti in terra carioca, in cui la sue avventure spopolarono.
Nasce povero nel 1881 (altre fonti parlano del 1888 o 1878) a Vicopisano (PI), all’epoca paese di pescatori, figlio di Laudomia Taccola e Angiolo Menichetti, trasportatore di rena del fiume Arno.
Cercando condizioni economiche migliori, il padre, trovo impiego in una fabbrica di ceramica e tutta la famiglia si trasferì nel quartiere di San Michele a Pisa.
Il giovane Gino, iniziò a frequentare una banda di ragazzini della sua età che praticavano piccoli furtarelli: frutta, galline e oggetti di poco valore.
Venne arrestato per la prima volta all’età di 11 anni e trascorse 3 giorni nel riformatorio di San Silvestro a Pisa.
A seguito tornò a studiare, ma il buon comportamento non ebbe lunga durata. Dopo poco più di due anni venne nuovamente arrestato e da qui in poi una lunga serie di arresti per furto.
Cercò di cambiare vita e all’età di sedici anni imparò il mestiere di meccanico e fabbro. Mise da parte i primi risparmi e si trasferì in Francia dove lo zio, a Marsiglia, possedeva un ristorante.
Ancora un arresto, questa volta per possesso illegale di armi; il carcere, la deportazione e il ritorno in Italia.
Per evitare ulteriori arresti e il sevizio militare, il Meneghetti simulò infermità mentale. Venne visitato dallo psichiatra Eugenio Tanzi che ne diagnosticò la sua alienazione.
Tra il 1905 e il 1910 venne ricoverato nel manicomio di San Salvi ed a Volterra dal quale fuggì rocambolescamente addirittura due volte.
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