La Provincia di Como dedica un lungo articolo di delucidazioni al Corriere sul trasporto del 10; pazzi da Como a Volterra.
In sostanza dice che essi non erano ricoverati al Manicomio provinciale, ma all’Ospedale di Sant’Anna e che se lo abbandonarono fu perchè la provincia di P. Maurizio voleva diminuita la retta.
E conclude:
«L’amministrazione dell’Ospedale, presieduta dall’egregio cav. Camozzi e della quale fanno parte quattro consiglieri di parte democratica, merita quindi lode per aver rinunciato all’utile che la cura dei pazzi poteva recare alla benemerita opera pia, per mettersi invece in grado di corrispondere alle giuste aspirazioni della cittadinanza ed agli assennati suggerimenti del corpo medico»
Noi non abbiam affatto voluto entrare in questa questione d’amministrazione interna, ma abbiamo semplicemente deplorato, come deploriamo ancora — e ciò per ragioni della più della più elementare umanità — che sia permesso ad una Provincia sballottare i suoi pazzi da Porto Maurizio a Como, da Como a Volterra, e che per far fare a questi disgraziati un viaggio di 450 km. si attenda l’epoca in cui è più penoso il viaggiare.
E il triste treno ha infatti attraversato l’Italia suscitando i commenti meno benevoli, e le impressioni più tristi, non favorevoli per alcuno: ne per chi ha voluto il viaggio, nè per chi l’ha consentito.
Un temperamento sarebbe stato possibile trovarlo qualora nella pratica burocratica avesse trovato
posto un po’ più di umanità per questi infelici.