Un anello con brillanti scompare da un cofanetto
A Volterra il «professore» c’era stato, ma nel manicomio criminale
Da una settimana frequentava un ristorante all’inizio di via XX Settembre un signore alto, distinto, sui quarant’anni, i capelli brizzolati un po’ in disordine, che i camerieri salutavano chiamandolo professore.
Quella sera si sedette presso due donne: una anziana, l’altra di sedici anni.
Il discorso cadde sul caldo.
– Non c’è un filo d’aria. È un caldo snervante.
Si presentarono:
«professor Fantelli, specialista in neurologia all’ospedale di Volterra»
«Michelina N.».
Alla signora Michelina, proprietaria di una nota salumeria in via Cernaia, non parve vero di poter chieder ragione al professore dei tanti suoi disturbi e fu stabilito che egli si sarebbe recato a casa sua a visitarla.
Prescrisse delle iniezioni, consigliò qualche gita in collina.
Il professore divenne ben presto di casa e tutto andò bene sino a che un quindici giorni dopo la signora si accorse che era scomparso un anello con brillante del valore di 700 mila lire.
Denunziò allora la cameriera, che potè provare la sua innocenza, e poi alle insistenze del commissario dovette, dichiarare che quando aveva riposto l’anello nel cofanetto, per andare a rispondere al telefono, era presente il «professore».
Non sapeva dove abitasse e il commissario andò a cercarlo al solito ristorante.
Gli dissero che era andato a Viareggio.
Venne, infatti, trovato alla spiaggia con la moglie e la bambina dodicenne.
Non più elegante e con la barba incolta.
Ci volle poco per fargli confessare che non era né medico e tanto meno professore, ma semplicemente un pittore disoccupato e che a Volterra c’era stato, ma solo come ricoverato nel manicomio criminale.
Il processo, che doveva svolgersi stamattina al nostro tribunale, è stato rinviato perché il Fantelli che è difeso dall’avv. Dagasso non si è presentato.
“Un anello con brillanti scompare da un cofanetto” – L’articolo originale della Gazzetta Sera (1947)
