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Rubò 5 milioni per curare la figlia (1953)

Era ossessionata dal dubbio che la bimba avesse il cancro

Rubò 5 milioni per curare la figlia
  • Data di pubblicazione:
    23 Ottobre 1953
  • Testata giornalistica:
    La Stampa

La Spezia, 22 ottobre.

Iris Contesso, una vedova di cinquant’anni, che compare domani in Tribunale por rispondere di furto continuato in danno dello Stato per un totale di cinque milioni circa, ha dichiarato al giudice istruttore di non essere affatto pentita. Si è proclamata anzi pronta a ricominciare qualora le servisse ancora denaro por salvare la sua bambina.

La Contesso era, da una ventina di anni, segretaria di ruolo nella scuola media governativa, e non risultò mai nulla a suo carico sino alla fine del 1951.

L’ammanco fu scoperto casualmente dal preside della scuola media n. 3, il quale venne a sapere che la segretaria a nome della scuola aveva contratto un prestito con la Cassa di Risparmio por 600 mila lire.

Riveduta la contabilità, il preside constatava che il totale dell’ammanco raggiungeva appunto i cinque milioni.

Mentre il Ministero provvedeva ad inviare un paio di ispettori, la Contesso, denunciata dal consiglio dei professori, finiva dapprima in carcere, quindi, dietro richiesta del suo difensore, al manicomio di Volterra.

Qui la perizia psichiatrica ricostruì i fatti che avrebbero determinato il comportamento della Contesso.

Quattro anni or sono l’unica figliola della Contesso, una ragazzina quindicenne, si ammalò.

Un comune esaurimento nervoso sentenziarono diversi medici ai quali fu sottoposta, ma la Contesso non ne fu affatto tranquillizzata.

Prese sempre più campo in lei l’idea fissa che la figliola fosse ammalata di cancro e che i medici pietosamente le nascondessero la verità.

Perciò decise di fare tutto il possibile per salvarla, e cominciò ad appropriarsi di somme sempre più forti, sottoponendo quindi la figliola al consulto di numerosi neurologi italiani e stranieri.

Tutti le confermarono la diagnosi di un comune esaurimento, ma la sua idea morbosa aumentò fino ad assumere le proporzioni di un vero e proprio stato ossessivo.

Rubò 5 milioni per curare la figlia (1953)