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Ottorino detto Bruciaboschi

  • nome:
    Ottorino
  • alias:
    Bruciaboschi
tag:

Il mitico Ottorino da Riparbella detto Bruciaboschi.

“Io ero piccino quando se ne parlava in casa e il mio babbo, infermiere, raccontava gli aneddoti. Mi ricordo che spesso quando si andava al mare si passava a prendere l’acqua ad una fonte vicino Riparbella, e appena sotto il paese c’era un podere che mi diceva essere la casa di Bruciaboschi… non so se sia solo una leggenda ma sembra che il nome gli sia stato dato proprio perchè da piccino gli piaceva appiccare fuochi intorno a casa… mi ha sempre fatto simpatia quel posto.

Credo che il primo lavoro che gli fu dato quando arrivò a Volterra, insieme a Sparapane e Trivella fosse quello di becchini e una leggenda che si narra era che prima di seppellire il morto gli rubassero le scarpe o altre cose che gli potessero piacere. Una volta gli fecero uno scherzo e il morto non era morto.

Ogni volta che gli chiedevi:

Brucia cosa ti disse il morto?…

Posale sa!

Paolo Guarguaglini,
volterrano, figlio di infermiere O.P.V.

“Pensando a Ottorino detto Bruciaboschi, mi è tornato in mente un altro aneddoto riguardante questo particolare uomo. Vi ricorderete che tra le sue passioni, c’era quello di accompagnare i feretri dei defunti al cimitero, associandosi al trasporto.

Chiunque fosse morto, Ottorino era presente alle esequie. Famoso anche il suo modo di dire:“la piglia…la piglia” intendendo la bara.Ecco una volta ero al bar del Giardinetto, insieme ad un amico per un caffè.

Accanto a noi, al banco, c’era Brucia che aveva ordinato un cappuccino, in attesa di seguire un funerale in Sant’Agostino.

Vito gli porge la fumante tazza, che doveva essere bella calda, perché Brucia la sorseggiava a labbra strette per far passare poco e stiepidito liquido.

Quando in quell’istante suonano a morto le campane della chiesa, che annuncia l’inizio della cerimonia funebre.

Ecco…Non so come fece, ma Ottorino buttò giù tutto d’un fiato quel cappuccino a bollore e sparì di volata con il suo inconfondibile passo.

Del mi babbo aveva un timore riverenziale, perché quando Brucia arrivò a Volterra dal Cardinal Maffi, il mi babbo lo lavo’…

Attività forse non troppo in uso per lui.

Così quando, anche negli anni dopo, lo incontrava fuori, lo chiamava per nome, ma cambiava lato della strada e aumentava il passo.”

Moreno Ceppatelli,
volterrano

“Mi ricordo…le mani dietro la schiena, il cammino dondolante e i pantaloni “all’acqua in casa”, arrotolati, mostrando le caviglie.”

Angela Gabellieri
Volterrana

“Era già avanti con la moda il grande Brucia!”

Moreno Ceppatelli,
volterrano

“Uh bello Brucia!!!

Quando ero bambina andava a bottega da mio nonno, al Giardinetto (dove adesso c’è la birreria)

Mio nonno, Marcello Pallini, vendeva bevande, saponi e tutte le cose per l’igiene della casa.

Bruciaboschi andava lì e voleva una bottiglia di Coca-Cola, mio nonno gliela dava, con la raccomandazione, inutile, di berla piano: in poco tempo la seccava e gli riportava il vuoto!

Che bel ricordo!

Anche quando suonava la tromba!

Grande Brucia!”

Enrica Conte
Volterrana

“Riusciva a bere una bottiglia grande di Fanta che il mi’ babbo gli regalava!!!

Nonostante gli dicesse di berla un pochino per volta!!!”

Teresa Pallini
Volterrana

“Me lo ricordo benissimo, immancabile ai funerali e a suonare con la chitarrina su qualche muretto.

Sempre dietro la cisterna della sbroscia per portare da mangiare ai maiali del manicomio.

Poco avvezzo a lavarsi e sempre con il rimprovero Fatti i capelli bighellone” o “Pidocchioso“, a seconda della giornata…”

Stefano Borghi
Volterrano

“E quando qualcuno che interloquiva con lui e lo faceva un po’ inquietare, lui sbottava con la sua classica frase: Fatti i capelli pidocchioso

Roberto Del Testa
Volterrano

“Abitavo in via Sarti; la mattina prima di andare a scuola passavo al bar da Sabatino (bar Etrusca, davanti al Persio Flacco) a prendere il panino lasciato pagato da babbo; immancabilmente tutti i giorni del calendario arrivava Bruciaboschi, con una cipollona preferilmente rossa, si metteva a sedere ad un tavolino e Sabatino o la su moglie gli portava una SCHIAPPA (come si dice a Volterra) di pane e una riparella di vino e Ottorino piano piano se la mangiava tutta 😂 MITICO!”

Daniele Gistri
Volterrano

“Quante volte da piccolina lo incontravo sul pullman, io ero con la mia mamma, e lui sempre li seduto, io incuriosita con gli occhi di una bambina lo vedevo come una persona buffa, e ogni volta si raccomandava alla mia mamma di aver cura di me.”

C.B.

Bruciaboschi
Bruciaboschi interpretato dall’artista volterrano Orzalesi

Si ringrazia il gruppo Facebook del ManicomiodiVolterra, per le testimonianza

Ottorino detto Bruciaboschi