Manicomio di San Girolamo
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Data di pubblicazione:3 Settembre 1911
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Titolo:Manicomio di San Girolamo
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Autore:D. Ormea
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Testata giornalistica:Il Corazziere
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Nel Giornale Medico Rassegna di Studi Psichiatrici leggiamo un interessante articolo sul nostro Frenocomio e sulla pubblicazione fatta dal Direttore, cav. dott. Scabia.
Lo riportiamo per intero sia perché il giudizio dato da uno specialista (il Direttore del Manicomio di Siena) ha un grande valore, sia perché è cosa lieta sentire parlare con tanto favore della nostra, maggiore istituzione cittadina.
«Il Ricovero di Mendicità di Volterra, fondato nel 1884, deliberò di istituire deliberò una sezione di dementi tranquilli appartenenti alla Provincia di Pisa, da dimettersi dal Manicomio di Siena: e nell’ottobre del 1888 la nuova sezione fu inaugurata con 4 malati.
Questa è l’origine prima dell’attuale Manicomio di Volterra, di cui nel luglio 1896 fu posta la prima pietra del fabbricato centrale nell’attuale sede, e che nel 1907 assunse, con gestione autonoma, il titolo di Asilo di Dementi, eretto poi nel 1902 in ente morale con la definitiva denominazione di Frenocomio di S.Girolamo, e che oggi accoglie quasi ottocento alienati inviati sopratutto dalle Provincie di Porto Maurizio, di Pisa e in parte di Livorno.
«Il dott. Scabia, che dell’Istituto tiene la Direzione sino dal 1900, espone appunto in questo elegante e ricco volume sotto forma di relazione agli amministratori, lo sviluppo del Manicomio dalle sue origine sino ad oggi, intrattenendosi particolarmente sul tempo della sua gestione, che fu di fatto il periodo continuamente ascensionale e formativo dell’Istituto.
La narrazione piana, obbiettiva, parca negli elogi, serena nelle critiche e chiara nelle proposte é un notevole e importante documento che dimostra sopratutto come la ferma e assidua opera direttiva di un uomo capace, assecondata dalla arditezza fiduciosa e illuminata di abili amministratori possa produrre il miracolo di far sorgere dal nulla e con sì rapido sviluppo un Istituto che, seguendo la luminosa ascesa, si avvia a un grado di notevole perfezionamento.
La lettura di questa relazione infatti mentre deve incoraggiare i Direttori a non arrestarsi mai nel miglioramento dei vecchi o nuovi loro Istituti, per quanto modesti e difettosi ne possono essere gli inizi, dovrebbe pure in segnare a molte Amministrazioni, ancora arrugginite in un sentimento di assurda e misoneistica ostilità verso l’opera dei loro Direttori, quarto invece benefico e fecondo possa riuscire l’assecondarne le attività innovatrici, dirette ad una sia pur prudente ma continua ascesa di progresso e di vita più attiva : e come soltanto dall’armonica intesa dell’azione direttiva e amministrativa possa scaturire il bene vero e lo sviluppo razionale degli Istituti ospitalieri in genere é manicomiali particolarmente
«Non è certo sulle basi di una semplice relazione, per quanto limpida e serena, che di un già così importante e vasto Istituto possono con equità e coscienza rilevarsi i pregi e i difetti, e pertanto noi da ciò ci asterremo ; ma ci piace però rilevare come dalla narrazione dello Scabia e dai numerosi dati statistici e grafici di cui essa è corredata appaiano lo sviluppo edilizio e tecnico paralleli e informati entrambi ad una grandissima attività, che dal forte nucleo di malati al lavoro, e del loro Istituto in parte essi medesimi costruttori, va ai più moderni e perfezionati impianti di terapia e di diagnosi; cosi a lato della colonia agricola, con largo allevamento di animali, e delle nascenti officine e dei già numerosi impianti meccanici per il riscaldamento, i bagni e la lavanderia, troviamo i laboratori scientifici e i gabinetti elettrici, ben forniti di pregevoli apparecchi.
E tutto questo è certo ragione di conforto e di buon auspicio per l’Istituto che sorge a cosi nuova vita.
Mentre, per limitarci ad un semplice e fugace accenno critico, non possiamo assentire al concetto dei padiglioni a tre piani, né della loro opportunità sia pure locale, valgono a convincerci le ragioni che il Collega ci porta in loro difesa, come non sentiamo con esso pari entusiasmo per il sistema di latrine che egli tanto elogia, e che a noi non sembrano molte adatte ad educare il malato a quella proprietà e correttezza organica, di cui il Manicomio deve pur sempre essere maestro.
Ma ripetiamo che né su elogi né su critiche intendiamo soffermarci; ma siamo lieti invece di esprimere la nostra soddisfazione nel vedere arricchirsi anche la regione Toscana di un nuovo Istituto che concorra con vitali e volenterose energie all’opera altamente civile di custodire e sopratutto curare i nostri malati con quei concetti di scienza e d’umanità che sono conquista dell’epoca nostra, e che tanto più riusciranno efficaci quando, come anche lo Scabia unendosi al coro degli alienisti riafferma a proposito del suo Istituto, la Legge e i suoi interpreti non vorranno più così poco saviamente convertire i nostri Manicomi in carceri.
D. Ormea