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La collina dell’Oblio

  • Titolo:
    La collina dell’Oblio
  • Autore:
    Carlo Tardani
  • Tipologia:
    Video fotografico
  • Musiche:
    Stefano “Cocco” Cantini

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Di Volterra, come città dei matti, ne avevo sempre sentito parlare sin dalla tenera età e poi nel corso degli anni mi ero imbattuto in numerose foto scattate all’interno della struttura , quasi tutte di una banalità quasi offensiva se si pensa che quello era un luogo di sofferenza e patimenti.

Fidanzate o pseudo modelle tutte vestite di bianco e, attraverso la tecnica del mosso, impegnate ad interpretare fantasmi che sicuramente popolavano la mente di chi li progettava.

Poi un giorno capita che insieme ad un mio amico, rientrando da una zingarata fotografica, decidiamo di provare a cercare questo luogo.

Non conoscevo Poggio alle Croci ne tanto meno tutti i padiglioni che componevano la struttura manicomiale e soprattutto, di NOF 4, avevo letto qualche notizia.

Il caso volle che la strada nel bosco che imboccammo, grazie ad alcune indicazioni domandate a passanti frettolosi, ci portò davanti al Padiglione denominato Maragliano.

Chi mi conosce sa che non sono facile alla retorica, ma la giornata ,pur essendo il 19 maggio del 2011,era piovigginosa e tirava un forte vento che faceva sbattere le poche finestre rimaste intatte, e questa atmosfera creò nello spazio circostante un alone di inquietudine.

Il Maragliano, poi , è un piccolo “manicomio” in miniatura, c’erano ancora alcuni letti metallici, sedie, piccole stanze con vetrate voluminose e il tutto rendeva perfettamente bene quale doveva essere il clima di sofferenza vissuto tra quelle mura.

La visita mi colpì profondamente e decisi che avrei continuato ad approfondire l’argomento per vedere di raccontarne il mio punto di vista.

Tornato a casa incomincia la ricerca ma ancora da profano, tanto è vero che il primo lavoro che riuscii a realizzare si racchiudeva nel racconto di solo tre padoglioni, il Maragliano, lo Charcot e il Ferri.

La visita al Ferri ,poi, mi aprì le porte alla straordinaria storia di NOF4 e da allora, per tutto il 2011, lo dedicai alla conoscenza dell’ex Manicomio di Volterra.

Una svolta importante è stato l’incontro in internet con il gruppo Esplorazioni Urbane che mi ha poi permesso di partecipare ad una delle visite guidate che periodicamente organizzavano, sia al Museo che alle strutture manicomiali.

Ed è al museo che ho capito la complessità del manicomio e i numerosi padiglioni che ne componevano l’intero complesso .

Allora ho ripreso in mano il lavoro fotografico è l’ho arricchito con le foto del Livi e del Chiarugi, (Carlo Tardani su Flickr).

Ma l’esperienza che mi ha segnato di più da un punto di vista emotivo è stata la scoperta del cimitero dei matti, il cimitero di Sanfinocchi.

L’estrema testimonianza del passaggio terreno di quelle anime afflitte e inquiete; sepolcri caduti nell’oblio testimoni di una umanità vilipesa ormai dimenticata, abbandonata da tutti.