Skip to main content

I due italiani confessano d’aver ucciso l’autista olandese in una lite per donne

Lo hanno colpito a coltellate, gettando poi l’arma in un canale – Sostengono la legittima difesa e si scambiano reciproche accuse – Un loro complice è ancora «fermato»: sembra tuttavia che non abbia preso parte all’omicidio.

I due italiani confessano d’aver ucciso l’autista olandese in una lite per donne
  • Data di pubblicazione:
    15 Maggio 1962
  • Titolo:
    I due italiani confessano d’aver ucciso l’autista olandese in una lite per donne
  • Autore:
    Pietro Vanaagen
  • Testata giornalistica:
    Stampa Sera

Amsterdam, martedì sera.

Il « fermo » di Domenico Caccamo e di Pasquale Cucciari — i due manovali italiani accusati di aver ucciso a coltellate un autista olandese — si è trasformato in arresto.

La polizia olandese ha infatti accertato, dopo, lunghi interrogatori, che il coltello omicida fu impugnato da entrambi gli immigrati: non è ancora chiaro, invece, chi abbia inferto il colpo fatale, in quanto i due continuano ad accusarsi a vicenda.

Il terzo protagonista dello squallido episodio, l’italiano Guerrino Pletico, è ancora trattenuto dalla polizia in stato di « fermo», a disposizione delle autorità inquirenti.

La sua posizione dovrebbe essere chiarita assai presto, ma pare accertato che — pur prendendo parte alla rissa degenerata poi in omicidio — egli non abbia partecipato al delitto.

Ci sono volute tre settimane di indagini — da quando il cadavere dell’autista olandese Roel Cock Von Delicijnen fu ritrovato in una via periferica, straziato dalle coltellate — perché la polizia riuscisse a mettere le mani sugli assassini.

Una tenue traccia era rappresentata dalla deposizione di due coppie di fidanzati olandesi che la sera del delitto — il 21 aprile scorso — videro alcuni immigrati italiani dall’aria eccitata.

Uno di essi agitava in aria il coltello, e gridò agli olandesi che li guardavano meravigliati: « Qui ci perseguitano; abbiamo bisogno di questo per difenderci! ».

L’uomo dal coltello, è risultato in seguito, era Domenico Caccamo.

Quando lessero sui giornali la notizia del ritrovamento del loro connazionale ucciso a coltellate proprio nelle vicinanze del luogo in cui avevano visto gli operai italiani, i quattro giovani olandesi si recarono dalla polizia e raccontarono quello, che avevano visto e sentito.

Naturalmente, essendo la scena avvenuta di sera, le descrizioni dei testimoni erano assai confuse.

Bisognava trovare — tra i 1600 italiani che lavorano ad Amsterdam e i molti che si trovano per periodi temporanei nella capitale olandese — qualcuno che corrispondesse ai connotati descritti dalle due coppie.

Furono esaminate, una per una, le fotografie in possesso dell’« Ufficio stranieri » di Amsterdam, e alla fine la rosa dei sospetti si restrinse a ventisette persone.

A questo puntò si rese necessario un riconoscimento « all’americana»: i quattro testimoni furono piazzati dietro una porta a vetri — dalla quale si poteva vedere l’interno dell’« Ufficio stranieri» — e i ventisette italiani furono convocati con la scusa di un « esame dei documenti ».

Unanimemente le due coppie di fidanzati olandesi riconobbero in Domenico Caccamo l’uomo che era stato visto agitare il coltello in aria la sera del 21 aprile, e nel Cucciari e nel Pletico i suoi compagni.

I tre furono « fermati » e sottoposti a una serie di interrogatori.

In un primo tempo negarono tutto, ma poi cominciarono le ammissioni.

Cominciò, anche, il palleggiamento delle responsabilità tra il Cucciari e il Caccamo, che si accusavano a vicenda di aver vibrato il colpo mortale.

Gli italiani hanno comunque unanimemente sostenuto di aver agito per legittima difesa, in una rissa scoppiata — pare — per questioni di donne.

I due olandesi che parteciparono alla rissa avrebbero assalito gli italiani, e il Caccamo avrebbe usato il coltello per difendersi.

L’autista Roel Cock — secondo la versione del Caccamo — sarebbe rimasto ferito lievemente: subito dopo il Cucciari avrebbe brandito a sua volta il coltello, e lo avrebbe ucciso.

L’arma omicida fu poi gettata dai tre immigrati in un canale di Amsterdam.

Le notizie fornite alla polizia olandese sul passato di Pasquale Cucciari non sono delle più confortanti.

Il trentunenne immigrato italiano aveva conosciuto, in giovane età, il riformatorio e molto recentemente aveva trascorso due anni nel manicomio criminale di Volterra.

Era sovente stato denunciato e arrestato in Italia per furti, rapine e violenze.

Due mesi fa era partito per Amsterdam per lavorare in una fabbrica di polvere da sparo.

Pietro Vanaagen

I due italiani confessano d’aver ucciso l’autista olandese in una lite per donne