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Dal registratore di una riunione di gruppo uno stralcio di vita in ospedale (1970)

Dal registratore di una riunione di gruppo uno stralcio di vita in ospedale (1970)
  • Data di pubblicazione:
    1 Settembre 1970
  • Testata giornalistica:
    DIMENSIONE UMANA

Medico – Vorrei rilevare che siamo quasi sempre le stesse persone che si riuniscono.

Mi sembra che ci sia un certo grado di noncuranza.


Infermiera – Ci sono state altre esperienze anche di questo tipo e poi sono miseramente fallite, per cui
non c’è fiducia che questa funzioni.


Infermiere – Lo so che c’è intorno a questa iniziativa un certo grado di prevenzione.

Ci sono, e sono molti, coloro che dicono: macché ci vai a fare a chiaccherare, è una perdita di tempo inutile!

Non considerando che quegli infermieri che sono rimasti nel reparto e devono fare il lavoro anche per questi che sono qui non è che ne dicano bene di questa iniziativa.


Ricoverata – Già da qualche tempo fanno qualcosa di più per noi.

Sono molto contenta quando ci portano fuori la domenica e gli altri giorni.

Questa cosa qui l’ho gradita molto.


Merenda – lo nel teatro ho trovato la vita e se mi togliessero quello non mi resterebbe nulla.

Venire qui a cantare mi ha fatta guarire.

Devo molto al signor Pucciotti


Pucciotti – Ho cercato altro di fare ciò che mi sembrava giusto.

Quando entrai qui dentro io eseguivo quello che diceva il medico.

Di me non c’era niente, era un lavoro meccanico.

Ore se ci fosse una maggior fiducia e si può comunicare sarei più contento del mio lavoro.

Cerchiamo di sviluppare questo dialogo fra medico, infermiere e ricoverato.


Ricoverata – Nel passato anch’io sono stata bisognosa di questo posto, ma ora sto bene e vorrei ritornare a casa.


Barbaro – Anche i medici dovrebbero prendersi le proprie responsabilità, perché se un ricoverato non
ha nessuno che lo vuole a casa deve essere il medico che si prende la responsabilità di dimetterlo.

Dal registratore di una riunione di gruppo uno stralcio di vita in ospedale (1970)