La lettura-spettacolo “Ci chiamavan matti. Voci di muto amore” nasce dalle letture di alcune lettere di uomini e donne internati nel manicomio di Volterra effettuate durante le visite guidate all’ex manicomio e dallo spettacolo teatrale-musicale “Che Matti. Voci e suoni dai manicomi”, messo in scena insieme al gruppo musicale I Disertori.
Ho accettato con piacere l’invito di portare di nuovo su un palco le voci negate di così tante persone, uomini e donne, rinchiuse nei manicomi di Volterra, Siena e Arezzo nel corso del secolo scorso.
Oltre ad alcune lettere provenienti dal manicomio di Volterra, lo spettacolo è costituito da estratti del diario di una internata nel manicomio di Siena e alcune testimonianze provenienti dal manicomio di Arezzo tratte dal lavoro di A.M. Bruzzone “Ci chiamavano matti”.
Voci che si liberano dalle lettere, da quei muri freddi e incrostati di rabbia, grida, suppliche e silenzi; voci che meritano di essere ascoltate.
Lo spettacolo è impreziosito dalla scultura realizzata da Paolo e Alessandro Pineschi, dalle suggestive sonorizzazioni effettuate dal vivo da Andrea “Lupo” Lupi e dalla locandina realizzata da Alessio Marolda.
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